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Scenario coreano per la guerra russo-ucraina

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Lo scorso 27 marzo il capo dell’intelligence ucraina generale Kyrylo Budanov accusò il presidente russo Vladimir Putin di voler creare uno “scenario coreano” in Ucraina.

“Dopo il fallimento nei pressi di Kiev e l’impossibilità di spodestare il governo dell’Ucraina, Putin sta già cambiando le principali direttrici operative – il sud e l’est. È ragionevole credere che egli stia prendendo in considerazione uno scenario “coreano” per l’Ucraina. Ovvero, imporre una linea divisoria tra le regioni occupate e quelle non occupate del nostro paese. In effetti, è un tentativo di creare Nord e Sud Corea in Ucraina. Dopotutto, Putin non è decisamente in grado di prendersi l’intero paese”.

Secondo Budanov, quindi, la creazione di uno scenario coreano era l’obiettivo della cosiddetta fase due dell’invasione. Ma cosa significa scenario coreano? Nella stessa occasione, il generale ucraino specificò la sua previsione. “Gli occupanti cercheranno di unire i territori occupati in un’unica entità quasi statuale che si opporrà all’Ucraina indipendente. Stiamo già osservando dei tentativi volti a creare autorità “parallele” nei territori occupati e obbligare le persone ad abbandonare la grivnia (la valuta ucraina, nda). [1]

Alla fine gli eventi hanno smentito l’opinione di Budanov. La Russia non ha imposto alcuna entità quasi statuale nei territori occupati, bensì li ha annessi. A ben vedere si tratta di un ritorno alla strategia delle annessioni iniziata nel 2014 con la Crimea. Il massimalismo della fase uno (imporre il cambio di regime per fermare il cammino verso Occidente dell’Ucraina) si è infranto sanguinosamente contro l’imprevista tenacità della resistenza ucraina. Il fallimento della strategia del cambio di regime è quindi il motivo alla base del ritorno alla strategia delle annessioni, che implica anche l’accettazione di un’Ucraina filoccidentale sebbene ridimensionata territorialmente. Ciò non esclude, chiaramente, che la Russia ritenti di spodestare il governo ucraino con una nuova offensiva su Kiev, qualora ritenga di avere le capacità per farlo.

Ad ogni modo, il riferimento alla Corea fatto dal generale Budanov non è affatto campato in aria. Semplicemente il generale ha sbagliato a definire in cosa consiste concretamente lo scenario coreano. Esso non dipende dalla strategia del governo russo bensì dall’evoluzione della situazione militare sul campo. Per intenderci, lo scenario coreano potrebbe essere il risultato di uno stallo militare.

Le guerre solitamente terminano con un armistizio. Questo tipo di intesa può assumere i connotati di una resa incondizionata, come fu per l’Italia nel 1943, oppure può cristallizzare la situazione militare, ovvero consolidare le conquiste territoriali dei belligeranti, come fu nel caso dell’armistizio coreano del 27 luglio 1953. L’armistizio italiano fu il risultato di uno squilibrio di potere tra i belligeranti e per questo fu una resa. L’armistizio coreano, invece, fu il risultato dell’incapacità dei belligeranti di rompere lo stallo. Infatti, dopo una prima fase di manovre belliche che vide cambi molto repentini della linea del fronte, la guerra di Corea si trasformò in un confronto di posizione e logoramento in cui nessuno era in grado di sfondare le linee nemiche. Da questo stallo derivò l’incapacità dei combattenti di conseguire i rispettivi obiettivi politici e quindi la loro disponibilità a stipulare un armistizio.

Un’altra differenza importante distingue l’armistizio italiano da quello coreano. Il primo fu seguito da un trattato di pace, il secondo no. La mancata traduzione dell’armistizio in trattato di pace è il motivo per cui, da ormai settant’anni, la penisola coreana è un perenne focolaio di crisi. Sebbene non sia mai scoppiata una seconda guerra di Corea, nel corso dei decenni ci sono stati innumerevoli incidenti e scontri di confine che hanno rischiato di far ripiombare la penisola nell’abisso.

La guerra russo-ucraina potrebbe (non) finire allo stesso modo. Se il confronto militare arriverà a un punto morto, con entrambi i belligeranti sfiniti e incapaci di far breccia nelle linee avversarie, Russia e Ucraina potrebbero decidere di fermare le ostilità e negoziare. Tuttavia, considerata l’abissale distanza che divide le rispettive posizioni - nè Mosca nè Kiev sembrano intenzionate a rinunciare alle loro rivendicazioni sulla Crimea e le altre regioni annesse dalla Russia – è altamente improbabile che venga stipulato un trattato di pace.

Ci troveremmo così in uno scenario coreano: ostilità concluse, confine altamente militarizzato, guerra de jure ancora in corso, crisi perenne con frequenti incidenti di confine, rischio costante di una nuova degenerazione bellica, relazioni bilaterali tra i belligeranti inesistenti o pessime, Russia isolata dall’Occidente.

Nonostante tutto, va pur notato che la lunga tregua tra Pyongyang e Seul dura da settant’anni. Potrebbe durare così tanto anche tra Mosca e Kiev? Per poter azzardare una risposta a questa domanda bisogna innanzitutto chiedersi da cosa dipende la lunga tregua coreana. Non c’è stata una seconda guerra di Corea anche perché dopo il 1953 le due repubbliche si sono dotate di un deterrente temibile. Il Sud si alleò con gli Stati Uniti, ospitando armi nucleari e decine di migliaia di truppe statunitensi sul proprio territorio; il Nord dal canto suo si alleò con la Cina e l’Unione Sovietica. Queste alleanze incrociate esercitavano una grande forza di dissuasione nei confronti di chiunque fosse intenzionato a sovvertire lo status quo con la forza.

Se, dopo la stipulazione dell’eventuale armistizio, l’Ucraina non si doterà di un deterrente efficace, c’è il rischio concreto che venga nuovamente attaccata dalla Russia, che potrebbe sfruttare la tregua per potenziare il proprio apparato militare in vista di una nuova spallata. Lo sviluppo di un deterrente temibile da parte dell’Ucraina è quindi la differenza cruciale tra una lunga tregua sul modello coreano e una riedizione degli accordi di Minsk.

 

 

Massimiliano Palladini

 

Note

[1] Chief of the Defence Intelligence of Ukraine: Putin May Try to Impose ‘Korean Scenario’ on Ukraine, gur.gov.ua, 27 marzo 2022.

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