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L'Ue ha bisogno della difesa comune, nonostante la Nato

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Il drammatico epilogo dell’intervento occidentale nel pluridecennale conflitto afghano ha riacceso il dibattito sulla difesa comune europea.

Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha rimarcato l’urgenza di procedere con l’integrazione in tale ambito [1], trovando una sponda, tra gli altri, nel presidente della Repubblica Sergio Mattarella. [2]

Oltre che su ciò, Von der Leyen e Mattarella concordano sulla complementarità tra l’eventuale difesa comune europea e la Nato. In altre parole, la difesa comune non deve servire per perseguire l’autonomia strategica bensì per creare un nucleo di forze dipendenti dall’Unione ma allineate alla Nato.

La comunanza di visione tra Von der Leyen e Mattarella è la manifestazione di un’intesa italo-tedesca che si contrappone alla posizione francese (contrapposizione che avevamo già notato in un nostro precedente articolo). Mentre italiani e tedeschi vogliono una difesa europea complementare alla Nato, per i francesi la difesa comune è funzionale al perseguimento dell’autonomia strategica. La posizione francese ha radici storiche e motivazioni politiche, giacché l’eventuale raggiungimento dell’autonomia strategica comporterebbe un netto aumento dell’influenza francese, poiché Parigi, oltre a disporre dell’apparato militare più sofisticato, è l’unico Stato membro ad avere un arsenale nucleare.

Tuttavia, i sogni francesi s'infrangono contro la realtà. L’autonomia strategica europea non è affare che riguarda unicamente gli Stati membri dell’Ue. Infatti, non ci sarà mai autonomia strategica senza l’assenso degli Stati Uniti poiché essa implica il completo ritiro statunitense dal Vecchio Continente e la fine della Nato. In pratica, il conseguimento dell’autonomia strategica europea equivarrebbe a una rivoluzione nella politica internazionale per come l'abbiamo conosciuta a partire dal 1945.

Ciononostante, gli Stati europei dovrebbero comunque dare vita a una difesa comune in modo da guadagnare un’autonomia almeno parziale. Come ha detto Von der Leyen nel suo discorso, “ci saranno missioni in cui la Nato o le Nazioni Unite non saranno presenti, ma in cui l’Ue dovrebbe esserci". [3]

Gli Stati membri dell’Ue, a partire da un gruppo ristretto, come d’altro canto si è sempre fatto, dovrebbero dar vita a forze armate comuni in modo da dotarsi di una capacità d’intervento autonoma. Gli Stati che intraprendono tale percorso dovranno anche costituire istituzioni politico-militari ad hoc incaricate di definire la politica estera e gli interessi del gruppo e gestirne le forze armate.

Le aree circostanti l’Unione Europea presentano numerosi focolai di instabilità. La Libia non ha ancora trovato una sistemazione dopo un decennio di guerra civile e anarchia; la Tunisia è in subbuglio; le relazioni tra Algeria e Marocco rimangono pessime [4]; il Sahel è un’area di Stati falliti dove gruppi armati terroristici prosperano grazie ai più spregevoli traffici; la Turchia si contraddistingue per un protagonismo che minaccia la sovranità di Grecia e Cipro; il Levante continua a versare in una situazione drammatica mentre il conflitto russo-ucraino è lungi dall’essere risolto.

Gli Stati dell’Unione Europea non possono delegare a Washington la propria politica estera e di sicurezza in aree così vicine – anche perché è ormai chiaro che per gli Stati Uniti la priorità è rappresentata da ben altre aree del globo – bensì devono unire le proprie forze, definire interessi comuni e perseguirli con determinazione.

Fino a quando l’Unione Europea non intraprenderà il cammino verso l’autonomia, anche parziale, non potrà dirsi soggetto della politica internazionale. Continuando a tenere una condotta passiva, l’Unione si espone agli effetti negativi degli eventi internazionali con conseguenze che potrebbero indebolire la sua stabilità. È tempo che gli Stati membri uniscano le proprie forze e diano vita, anche negli ambiti della politica estera e di sicurezza, a una vera integrazione che renda l'Unione un soggetto almeno parzialmente autonomo.

 

CIVITAS EUROPA - DIVISIONE RELAZIONI INTERNAZIONALI

Massimiliano Palladini

 

Note 

[1] Ursula Von der Leyen, State of the Union Address 2021, Commissione Europea. Ultimo accesso 23 settembre 2021.

[2] Mattarella: "La difesa comune europea rafforza anche la Nato", repubblica.it, 17 settembre 2021. Ultimo accesso 23 settembre 2021.

[3] Vedi nota 1. "There will be missions where NATO or the UN will not be present, but where the EU should be".

[4] Blind diplomacy: Algeria cuts relations with Morocco, moderndiplomacy.eu, 29 agosto 2021. Ultimo accesso 23 settembre 2021.

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