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Il debito si cancella con la crescita

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Pochi giorni fa David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, attraverso un tweet collegato ad una sua intervista a Repubblica ha affermato che l’Europa deve cancellare i debiti contratti affrontando la pandemia. Nell’intervista ha fornito altre considerazioni, dal rendere permanenti gli Eurobond alla modifica integrale del MES. Tante belle parole che hanno un solo avversario, la realtà.

La crisi generata dal Covid-19 è di portata straordinaria, come straordinarie sono state le misure adottate dalla Banca Centrale Europea: dal PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) al temporaneo scostamento dalle capital key che ha permesso un acquisto di titoli di debito eccedente la proporzione delle quote dei Paesi più in difficoltà, tra cui l’Italia. Attraverso le operazioni di mercato aperto la BCE acquista sul mercato secondario questi titoli, aumentando la quantità di moneta in circolazione. Banalmente, per diminuire la quantità di moneta nel mercato la banca vende i titoli. Nel bilancio della BCE la moneta emessa diventa una passività finanziaria alla quale deve corrispondere un’attività, come i titoli di Stato o altri assets. Se venissero cancellati i titoli di debito con un click, come farà in futuro la BCE a diminuire la quantità di moneta non potendo più vendere quei titoli? La proposta di Sassoli è nella pratica una monetizzazione del debito, che trova i suoi ostacoli nei Trattati, nell’intransigenza dei Paesi nordici e soprattutto nella ipotizzabile perdita di fiducia dei mercati nelle Istituzioni europee. Fiducia ora più che mai fondamentale, soprattutto per il nostro Paese.

Dal punto di vista politico, poi, un’affermazione del genere si trasforma anche in un assist retorico agli euroscettici che hanno sempre millantato cancellazioni del debito varie o altre scorciatoie irrealistiche come i “Minibot”. Nonostante il messaggio di Sassoli sia diverso da quello dei sovranisti nostrani, in politica le parole contano, soprattutto in un momento così delicato.

Il presidente del Parlamento Europeo ha anche ribadito la necessità di rendere gli Eurobond permanenti: questo obiettivo è nobile, ma anch’esso di difficile realizzazione poiché richiede il trasferimento della politica fiscale a livello accentrato, con conseguente revisione dei Trattati. Bisogna evitare il fenomeno dell’azzardo morale, cioè quella situazione in cui Paesi economicamente poco responsabili utilizzano la leva dell’indebitamento comune a discapito dei Paesi più rigorosi. Anche in questo caso lo stallo deriva da una frizione politica, causata dall’eterogeneità delle politiche economiche adottate dai Paesi dell’area euro. Uno strumento realisticamente utilizzabile nel breve periodo è il piano Next Generation EU, un pacchetto di aiuti senza precedenti suddiviso in trasferimenti a fondo perduto e prestiti a lungo termine dei quali l’Italia è primo beneficiario. Anche qui risiede un problema politico, dato che Polonia ed Ungheria hanno posto il veto sull’aumento del contributo al bilancio europeo in opposizione alla regola che lega la distribuzione dei fondi al rispetto dello stato di diritto. Entrambi i paesi, infatti, hanno adottato un percorso legislativo incompatibile con i principi stessi dello stato di diritto che fondano i Trattati UE. Allo stesso tempo, sono tra i principali beneficiari dei fondi comunitari. Lo stallo provocato dovrebbe risolversi con il vertice dei capi di Stato e di governo programmato per domani, giovedì 19 novembre . Per quanto riguarda il nostro Paese, il dibattito deve concentrarsi completamente su questo piano di ripresa. E’ un’occasione unica e fondamentale, serve spendere al meglio queste risorse dal valore inestimabile per mettere il Paese sul binario della sostenibilità del debito e della crescita economica.

Concludo con un appello. Nel tweet di Sassoli c’è un riferimento alle generazioni future, sulle quali ricadranno i debiti della crisi Covid-19. Presidente, se volete aiutare le generazioni future contribuite a verificare che i fondi del Next Generation EU vengano spesi in ricerca e sviluppo, in istruzione, in sanità e in investimenti ecosostenibili. Create una prospettiva per l’avvenire dell’Italia e dell’Europa. A cancellare il debito ci penserà la crescita.

Andrea Scipione Divisione economia Civitas Europa

Note: Capital key: riguardano la sottoscrizione da parte delle banche centrali del capitale della BCE, descrivono le quote di azioni detenute da ognuna di essa e sono calcolate sulla base del PIL. Su queste quote si basano i programmi di acquisto di titoli da parte della BCE.

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