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Francia e Russia a cavallo tra Ottocento e Novecento, un excursus storico

Post Cover - Francia e Russia a cavallo tra Ottocento e Novecento, un excursus storico

Prima parte del rapporto che si crea alla fine dell'Ottocento tra Russia e Francia. Ne seguiranno altri.

Siamo nella seconda metà dell'Ottocento e la situazione in Europa è assai particolare: tra il 1850 e il 1870 abbiamo avuto quattro guerre che hanno sconvolto il panorama politico, ma un unico protagonista, vale a dire la Prussia bismarckiana, che, dopo anni di riforme, mirava a creare il proprio impero. Il grande antagonista, invece, era la Francia di Napoleone III. Il Secondo Impero napoleonico si caratterizzava per essere una potenza sempre più isolata, ma che al tempo stesso abbandonava il vecchio regime monarchico tradizionale per abbracciare un assetto politico dove il sovrano era eletto attraverso plebisciti, chiamato bonapartismo. Andando più a Est, invece, avevamo un grande gigante, geograficamente parlando, in cui l’industrializzazione tardava ad arrivare: la Russia.

Il Secondo impero napoleonico cadde con la guerra franco-prussiana del 1870-1871. Napoleone III fu umiliato venendo preso prigioniero dai prussiani i quali, forti della netta vittoria militare, proclamarono l'Impero Germanico. Bismarck era riuscito nel suo intento di unire i numerosi stati della Confederazione Germanica sotto la bandiera prussiana. Il cancelliere tedesco è ora il protagonista della politica europea. Il suo obiettivo è mantenere lo status quo e tenere a freno il revanscismo francese.

Per Berlino, mantenere buoni rapporti con San Pietroburgo era essenziale per impedire quello che era il timore principale della leadership tedesca: l’accerchiamento. Proprio per questo venne creata la Lega dei Tre Imperatori che nonostante i tentativi del cancelliere tedesco, non riuscì a raggiungere gli scopi per cui era nata. I rapporti tra Berlino e lo zar stavano sempre più deteriorandosi. A porre le basi della fine di tale legame fu una crisi economica che degenerò in una chiusura dei mercati e un innalzamento dei dazi da parte della Germania, cosa che mise la Russia zarista definitivamente all’angolo. Essa si ritrovava a pezzi, con un'economia in declino, una risonanza internazionale di scarso successo (durante questo periodo le grandi potenze europee stavano imponendosi al di fuori del continente europeo inaugurando la stagione dell'imperialismo) e un isolamento sempre più importante. Esattamente isolata come quella Francia che nel mentre era diventata Terza Repubblica. Ed è qui che abbiamo una delle più strane ed inaspettate "amicizie" dell'epoca: l'alleanza franco russa, alleanza che venne instaurata in tre fasi circoscritte.

La prima fase si ebbe nel 1891, quando venne instaurata una cooperazione prettamente diplomatica che deve essere letta in funzione anti-inglese per volere russo (tra l'ambasciatore francese a San Pietroburgo De Laboulaye e il Ministro degli Esteri russo Girs); la seconda fase, invece, riguardava un avanzamento dell'alleanza attraverso una più formale cooperazione militare, questa volta letta in chiave anti-tedesca per volere francese (con Ministro degli Esteri francese Ribot e ancora Girs per i russi); mentre la terza fase riguardava la ratifica stessa della convenzione che avvenne soltanto nel 1894. L'ultima fase fu quella più complessa, dal momento che al 1894 in Francia erano già cambiati ben quattro Presidenti dall'inizio dell'alleanza e la segretezza dell'accordo lo rendeva incostituzionale. Soltanto quando "si sparse la voce", la Germania capì l'errore commesso e cominciò ad avanzare proposte di aiuti ai vecchi amici russi attraverso il pagamento di obbligazioni, ma era troppo tardi e la Duplice franco-russa era oramai cosa fatta.

Entriamo un attimo più nel dettaglio: stando a quanto scritto dagli studiosi della materia, i banchieri francesi acquistarono più dell'80% dei titoli di Stato russi, porgendo una grossissima mano a un impero zarista che versava in condizioni critiche, e dando inizio a un periodo di forti riforme strutturali, soprattutto nel campo dell'industria pesante, in particolar modo nella costruzione di ferrovie che collegassero il più grande paese del mondo. In Francia i dubbi per un simile azzardo erano tanti, ma entrambi i Paesi avevano bisogno di "un amico lontano" ed entrambi ci guadagnarono: alla Russia interessava riacquistare dignità economica, mentre la Francia aveva bisogno di una garanzia, di un'alleanza militare stabile in grado di aiutarla nel caso di un conflitto con i tedeschi. Fu un'unione di intenti. Si ritiene sia proprio da questo punto che nasca a tutti gli effetti il rapporto amichevole nelle relazioni internazionali tra Russia e Francia, rapporto che nel tempo, come vedremo, subirà variazioni. I risparmiatori francesi che si fidarono dei russi furono, più o meno, 1 milione 600 mila. Alla fine, ben ottant'anni dopo, i debiti zaristi saranno ripagati, rublo dopo rublo. Fu una lunga lotta quella sostenuta dai creditori francesi, dal momento che, dopo la Rivoluzione bolscevica del 1917, i russi non avevano intenzione di rispettare gli oneri pattuiti dai vecchi zaristi, tant'è che ci furono anche momenti di tensione, come quando la Francia "tenne in ostaggio" 47 tonnellate di oro pagate dalla Russia alla Germania dopo gli accordi di Brest-Litovsk e girate successivamente ai francesi appunto per via dei debiti insoluti.

Il problema degli insoddisfatti risparmiatori francesi, poi, venne parzialmente risolto dall'accordo Juppé-Cernomyrdin, dove veniva stabilito il graduale risarcimento russo, considerato però ancora insufficiente da gran parte dei creditori. Un'insoddisfazione tale per cui nel 1996, "il primo prestito internazionale emesso dalle autorità moscovite non fu ammesso sulla piazza di Parigi proprio a causa del vecchio contenzioso".

La Belle Epoque e la guerra russo-giapponese La Francia, nonostante all’epoca fosse un Paese socialmente diviso, godeva di buona salute istituzionale. Nel 1895 era una potenza di lungo raggio che finanziò gran parte del debito pubblico russo e che stava vivendo il periodo della Belle Epoque, ovvero quel periodo storico che può essere racchiuso tra il 1880 e la Prima Guerra Mondiale e simboleggiata dalla costruzione della celeberrima Torre Eiffel tra 1887 e 1889. Questo periodo di grandi innovazioni riguardava in generale tutto il continente europeo: la popolazione mondiale toccava il miliardo e mezzo e la mortalità infantile scese drasticamente; le forme di intrattenimento, dal cinema al cabaret, erano notevolmente mutate e sul suolo europeo non c’erano guerre in corso. Il benessere si diffondeva e l’ottimismo era alto, alto come il livello delle invenzioni e delle scoperte: possiamo assistere alla diffusione delle ferrovie, abbiamo la comparsa delle prime automobili, l’italiano Guglielmo Marconi inventava la radio e Thomas Edison inventava la prima lampadina.

Tuttavia, la Russia non se la stava cavando molto bene. Essa, nonostante gli aiuti francesi, versava in una situazione sfavorevole: le tensioni interne erano alte, le disuguaglianze sociali elevatissime e la sfiducia nei confronti dello zar alle stelle. In più, come se non bastasse, l’espansione in Manciuria non stava dando i frutti desiderati (espansione questa, ottenuta in grande parte grazie al supporto francese). La politica estera di Nicola II mostrò al mondo tutte le sue lacune e il tutto culminò con la rovinosa sconfitta nella guerra russo-giapponese del 1904-1905. Alla Russia interessava un porto nei mari caldi in Estremo Oriente mentre al Giappone interessava il controllo sulla Corea. La Russia in Asia centrale non trovò grosse difficoltà, difficoltà che arrivarono invece nella guerra contro il Giappone, vinta da quest'ultimo, un esito che lasciò sgomenta l'opinione pubblica europea dell’epoca: si stima che la Russia impiegò circa due milioni di soldati contro i quattrocentomila giapponesi; ma, come la storia insegna, il numero di forze impiegate sul campo non è tutto.

Questa conclusione palesò l'inefficienza militare dell'impero zarista e il basso gradimento nei confronti del regime dei Romanov. La sconfitta nella guerra russo-giapponese, infatti, innescò la rivoluzione del 1905, che culminò l'anno seguente con la promulgazione della prima costituzione russa. Attraverso tale rivoluzione, infine vinta dall'impero, la società russa manifestò tutto il suo malcontento nei confronti di un sistema ormai anacronistico. Una bomba ad orologeria era pronta ad esplodere. Bomba che appunto sarebbe esplosa definitivamente durante la Prima Guerra Mondiale, che Francia e Russia combatterono insieme.

Seguirà prima un excursus sul Novecento attraverso l'analisi delle due guerre, poi un approfondimento dal 2000 in poi, focalizzandosi in particolare sul rapporto Macron-Putin.

 

CIVITAS EUROPA - DIVISIONE RELAZIONI INTERNAZIONALI

Omar Yazidi; Massimiliano Palladini

 

Sitografia

LaRepubblica.it

Lacittafutura.it

Insideover.it

Bloomberg.it

Ilpost.it

Limes.it

Euronews.it

Startmag.it

Russiabeyond.it

Startingfinance.it

Rusalia.it

Bibliografia

Antonio Varsori, Storia internazionale dal 1919 ad oggi, Il Mulino, 2015, Bologna

Guido Formigoni, Storia della politica internazionale nell'età contemporanea, Il Mulino, 2018, Bologna

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