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Eurocorps, l'embrione dell'esercito europeo?

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L'Unione Europea, per quanto sia integrata dal punto di vista economico, monetario e doganale, pecca di una vera integrazione negli ambiti della politica di difesa e sicurezza. Ciclicamente, i leaders dell'Unione - solitamente il presidente francese o il cancelliere tedesco - fanno cenno, timidamente, alla necessità di sviluppare forze armate europee in modo da rendere l'Unione un attore compiuto e autorevole della politica internazionale. Questi cenni estemporanei non vengono seguiti da significative proposte d'integrazione. Attualmente, complice la situazione d'emergenza creatasi con la pandemia di Covid-19, l'integrazione della politica di difesa e sicurezza degli Stati membri si trova in fondo all'agenda politica.

Ciononostante, alcuni paesi membri dell'Ue (e non solo) hanno unito gli sforzi per dare vita a una poco conosciuta forza multinazionale. Si tratta dell'Eurocorps, un esercito europeo in miniatura nato dalla cooperazione franco- tedesca.

Il precursore dell'Eurocorps è infatti la Brigata franco-tedesca, nata nel 1989 per volere del presidente francese Francois Mitterand e del cancelliere tedesco Helmuth Kohl. La Brigata aveva un organico di 5 mila soldati provenienti dai due paesi e aveva base a Müllheim, in Germania. L'Eurocorps nacque ufficialmente nel maggio 1992 come evoluzione della Brigata franco-tedesca e il quartier generale venne stabilito a Strasburgo, dove si trova tuttora.

Il cambio di nome sottintendeva un ampliamento dell'orizzonte della forza. L'Eurocorps, secondo Mitterand e Kohl, non doveva essere appannaggio di Francia e Germania bensì doveva aprirsi alla partecipazione degli altri paesi europei. Tra il 1993 e il 1996 aderirono Spagna, Belgio e Lussemburgo. In tutto sono dieci i paesi che partecipano all'Eurocorps. Oltre a Francia e Germania e ai tre Stati appena citati, ci sono Italia, Polonia, Romania, Grecia e Turchia. La maggior parte degli effettivi continua ad essere costituita da soldati francesi e tedeschi ma anche Spagna, Belgio e Polonia hanno messo a disposizione contingenti relativamente consistenti. Lussemburgo, Italia, Romania, Grecia e Turchia inviano un paio di generali a testa che partecipano allo Stato maggiore.

Eurocorps si definisce "una forza per l'Unione Europea e la Nato". La sua prima campagna risale al 1998 quando prese parte alla missione Nato Stabilization Force (Sfor) in Bosnia-Erzegovina. Eurocorps ha partecipato anche alle missioni Nato in Kosovo e Afghanistan. Per quanto riguarda l'Unione Europea, Eurocorps ha aderito alle missioni di addestramento (Eutm) in Mali e Repubblica Centrafricana. Lo scopo di queste missioni è addestrare e potenziare le forze di sicurezza locali, le quali devono affrontare numerose minacce, come gruppi jihadisti, movimenti separatisti e organizzazioni che compiono traffici illeciti sfruttando la porosità dei confini, tra cui quello di esseri umani.

Eurocorps è a tutti gli effetti un esercito europeo, sebbene in miniatura. Il numero di effettivi infatti non raggiunge le mille unità e i paesi dell'Ue che vi partecipano sono pochi. Tuttavia esso dimostra che gli Stati europei possono dare vita a una forza militare sovranazionale.

Le forze armate dell'Unione Europea, semmai si faranno, non nasceranno dall'oggi al domani. La creazione di un apparato militare numeroso e all'avanguardia capace di intervenire simultaneamente in numerosi teatri sarà il culmine del processo d'integrazione. Per raggiungere tale stadio finale bisognerà passare attraverso stadi intermedi. Il primo passo potrebbe consistere nella creazione di una piccola forza multinazionale simile all'Eurocorps posta sotto il comando delle istituzioni comunitarie. Una volta avviato il processo, col passare del tempo il numero degli effettivi e le capacità operative aumenteranno, così come gli Stati partecipanti.

D'altro canto, quando il processo d'integrazione europea cominciò gli Stati membri erano solo sei. Ci sono voluti decenni per completare il mercato comune, per fare l'area Schengen e la zona euro e per tagliare il traguardo dell'Unione a 27. Molto probabilmente questa gradualità caratterizzerà anche il processo d'integrazione della politica di difesa e sicurezza degli Stati membri.

Esistono però almeno due criticità che, al momento, non rendono Eurocorps l'embrione delle forze armate dell'Unione Europea. In primis esso non dipende da alcuna istituzione comunitaria. Si tratta infatti di una forza indipendente che ha deciso di mettersi a disposizione di Ue e Nato. In secondo luogo tra gli Stati membri c'è la Turchia, che non fa parte dell'Ue.

Il processo d'integrazione della politica di difesa e sicurezza degli Stati membri dell'Ue richiede innanzitutto una ferrea volontà politica che al momento non si intravede. Infatti questi ambiti, insieme alla politica estera, sono quelli in cui gli Stati membri si sono dimostrati più riluttanti a trasferire sovranità. Inutile dire che creare forze armate comuni sottintende un potenziamento delle istituzioni comunitarie come risultato di un trasferimento di sovranità da parte degli Stati.

Inoltre, qualsiasi proposta d'integrazione a livello europeo dovrà confrontarsi inevitabilmente con la Nato. Il fatto che quasi tutti gli Stati membri dell'Ue appartengano alla Nato rappresenta un disincentivo per la creazione di forze armate europee e implica che già esiste un minimo di integrazione delle politiche di difesa e sicurezza. In ogni caso, le forze armate europee non si svilupperanno come alternativa alla Nato bensì come suo potenziamento. Voler sostituire la Nato con un'alleanza europea molto probabilmente creerebbe delle tensioni con gli Stati Uniti e il Regno Unito.

Costituire una piccola forza sovranazionale posta sotto il controllo delle istituzioni comunitarie e con effettivi provenienti dagli Stati membri disposti a partecipare può essere un primo passo. Gli eserciti nazionali continuerebbero ad esistere e la forza multinazionale interverrebbe, dopo aver ricevuto le autorizzazioni previste, solo quando si riesce ad individuare un interesse comune. Così facendo gli Stati membri riuscirebbero anche conservare buona parte della loro sovranità. Nel fare ciò l'Eurocorps rappresenta un buon modello di riferimento.

 

 

CIVITAS EUROPA - DIVISIONE RELAZIONI INTERNAZIONALI

Massimiliano Palladini

 

 

 

Fonti

Eurocorps - A force for the Eu and Nato, eurocorps.org.

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